Esiste modo adatto per rendere giustizia alla fiera e selvaggia natura di Tombola, l’individuo più affascinante e misterioso che ci sia mai capitato di incontrare?
Possiamo tentare, con i nostri ricordi, di raccontare in un post social chi è stata Tombola? Noi che per lunghi anni abbiamo lavorato e vissuto al suo fianco, amandola e ammirandone in silenzio la falcata decisa ma delicata e silenziosa, quasi da sembrare fatata.
I suoi occh
i erano celati dalla criniera biondo miele, spessa e un po’ ispida. Quando ci capitava di incrociarli ci rendevamo conto che erano incessantemente puntati su di noi. Tombola ci ha sempre osservate.
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Apparteniamo alla specie che ha fatto sì che venisse messa al mondo e poi le ha distrutto la vita.
I figli di Tombola sono stati macellati. Di loro non resta niente.
Chissà se siamo state all’altezza del suo dolore e della sua rabbia.
Chissà se abbiamo insegnato a Tombola che non tutta la specie umana è come quella che l’ha costretta a diventare una fattrice, che le ha concesso una libertà a metà.
C’era una volta una cavalla meravigliosa, possente e selvaggia. Viveva insieme con il suo gruppo, allo stato brado in centinaia di ettari. Poteva scegliere dove andare, quanto girovagare e con chi farlo.
Gli esseri umani non la disturbavano, erano come fantasmi, presenze lontane.
Venivano solo in una occasione, la più dolce. La trasformavano nel momento più terribile. I puledri venivano strappati alle loro madri, destinati al commercio.
Tombola è stata una di quelle madri.
Addio, Regina di tutti i cavalli. Ci hai insegnato la reverenza di fronte all’ignoto, il mistero delle cose libere e selvagge.
La solitudine miserabile della nostra umanità. Quella che ci fa dormire sicuri, nelle nostre tiepide case, mentre le madri piangono i loro figli disossati.
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Non abbiamo mai sfiorato Tombola. Forse solo un paio di volte in una decina di anni.
Il giorno in cui è morta l’abbiamo abbracciata, baciata, annusata, versato lacrime sul suo corpo inerme e rabbioso.
In tre ore abbiamo dovuto decidere che cosa fare. L’abbiamo lasciata andare. In effetti ha deciso lei, come sempre da quando vive qui.
Buon viaggio. Corri, Regina. Non ti prenderanno più.