Oggi intervistiamo Stefania Valenti, autrice e illustratrice dell’albo “INKY”, storia vera di un polpo resistente che si è liberato dal luogo dove veniva tenuto prigioniero da sei anni, dopo essere stato privato della propria libertà.

 

Inky è un progetto editoriale fondamentale, poiché si rivolge soprattutto a bimbe e bimbi, in modo chiaro, onesto e scientifico.

Stefania è infatti una naturalista e un’illustratrice. Attraverso il suo primo albo ha deciso di sostenere Ippoasi attraverso una campagna su Produzionidalbasso: i proventi verranno utilizzati per l’adozione a distanza della mucca Magda, salvatasi da un allevamento intensivo di bovine sfruttate per la produzione di latte. Vi inseriamo qui il link: “Inky per Magda”.

L’abbiamo intervistata a proposito del suo lavoro!

Buona lettura! <3

– Stefania, quando hai pensato per la prima volta di realizzare un albo illustrato sulla storia di un animale che si è ribellato? Come mai, tra tutte le testimonianze di atti di resistenza animale che ci sono arrivate, hai scelto proprio quella di Inky? E’ un caso che tu abbia prediletto un cefalopode?
Era Gennaio del 2019. Mia sorella Elisa aveva appena acquistato Daniza, un libro per bambin* scritto da Stefania Bisacco per sostenere proprio voi! Il libro raccontava la storia di Daniza, la mamma orsa che aveva difeso i suoi cuccioli e che non era sopravvissuta alla sua cattura. Mentre lo sfogliavamo abbiamo cominciato a parlare tra di noi di quale potesse essere l’impatto di un libro del genere.
Io ho frequentato un liceo artistico e anche durante gli studi universitari in scienze naturali ho seguito corsi in disegno naturalistico. Elisa mi ha quindi lanciato una sfida: perché non ne fai uno anche tu?
Da dove partire quindi se si vuole scrivere un libro di resistenza animale? Ovviamente dall’omonimo blog https://resistenzanimale.noblogs.org!
Lì ho letto la storia di Inky per la prima volta. Io cercavo una storia che avesse un lieto fine e quella di Inky aveva tutte queste caratteristiche. Inoltre il fatto che avesse beffato i suoi carcerieri rendeva la vicenda ancora più avvincente. È per questo che ho scelto proprio la sua!

– “Inky” è una storia per bimbe e bimbi di ogni età, ne siamo assolutamente convinte! Crediamo che sfogliando l’albo che avete realizzato sia impossibile non empatizzare con ogni creatura marina alla ricerca di una libertà che gli spetta. Un’altra cosa impossibile da non notare è il fatto che ogni tua scelta abbia un valore politico alla base, per esempio la rappresentazione grafica di Inky.
Le illustrazioni non umanizzano in alcun modo il polpo, ma lo ritraggono realisticamente, ponendo grande attenzione e cura ai dettagli fisici di Inky: gli occhi, il colore, le ventose nei tentacoli.
Ci parli della tua scelta di non antropomorfizzare il protagonista di questa storia?
Uno degli obiettivi che mi sono posta con Inky è stato quello di raccontare anche un po’ dell’anatomia e della biologia dei polpi. Volevo che Inky fosse un libro attraverso il quale l* bambin* potessero conoscere davvero il protagonista su più livelli diversi, dalla sua biologia al suo amore per la libertà. Forse raccontare la biologia è anche un modo per ribadire che Inky parla proprio di animali e non è solo un simbolo come di solito avviene quando vi sono animali nelle fiabe. Proprio perché volevo raccontare anche la biologia di Inky, la scelta di illustrarlo fedelmente è stata obbligata!

– Inky è a tutti gli effetti il protagonista della propria avventura. Parla di sé e della sua fuga per la libertà sovvertendo le solite narrazioni che vogliono gli altri animali come “referenti assenti”, “casi eccezionali” che non fanno altro che confermare la passività di tutti gli altri, quelli che non riescono a manifestare le proprie istanze o a salvarsi.
Sappiamo bene, invece, che ogni persona non umana ha una propria individualità e chiunque vuole vivere ed essere felice.
Crediamo che sia fondamentale parlare di “resistenza animale”, di “disperazione animale”, e per farlo le iniziative come quelle che avete realizzato sono assolutamente fondamentali.
Sappiamo che hai nuovi progetti in cantiere, puoi parlarcene?
 Sì… Inky è il primo libro di quella che vuole essere una collana dedicata alla resistenza animale. Il secondo libro è in cantiere, ma non vi voglio svelare ancora nulla!

– “Inky” è una testimonianza preziosa, uno strumento fondamentale per raccontare l’antispecismo e la resistenza animale anche a bimbe e bimbi. Sei soddisfatta dell’accoglienza ricevuta?
L’accoglienza ricevuta è stata al di là delle mie più rosee aspettative! Mi aspettavo che l’interesse potesse esserci soprattutto tra le persone antispeciste, in realtà i sostenitori più numerosi del progetto sono stati genitori non vegani affascinati da questa fusione tra gli elementi scientifici presenti nella storia e il messaggio di libertà che Inky porta con sé.

– Tramite il tuo albo illustrato avete scelto di sostenere Ippoasi, in particolare la mucca Magda, che tu ed Elisa avete conosciuto di persona. Ve ne siamo assolutamente grate, la campagna sta andando benissimo! 
Che ruolo politico hanno o potrebbero avere – a vostro parere – i rifugi antispecisti?
 Penso sia fondamentale essere solidali con gli individui sopravvissuti, quindi chiunque abbracci la lotta antispecista non può trascurare l’esistenza di questi luoghi, che meritano tutto il nostro sostegno. I rifugi sono quei posti dove la società che vorremmo costruire è già realtà. Tuttavia nei rifugi come Ippoasi c’è molto di più: solo quest’anno vi siete unit* alla lotta per la liberazione degli orsi in Trentino, avete organizzato un benefit in sostegno delle donne afghane e vi siete unit* alla lotta degli operai GKN. Siete la testimonianza dell’intersezionalità tra le lotte e penso che questa intersezionalità sia importantissima per amplificare la rilevanza del nostro movimento.

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