Addio Pompadour…

Siamo consapevoli che questo sarà un anno difficile, poiché molti ospiti del Rifugio iniziano ad essere davvero anziani e per alcuni di loro si avvicina il tempo dell’ultimo saluto, come è stato lo scorso anno per Sogno, Luna, Brio, Papavero, Trombino, Bobo e altr*.

Molte separazioni e addii hanno caratterizzato questi mesi, molta sofferenza, alcuni forzati, altri inevitabili. Sensazioni e avvenimenti che a descriverli solo con le parole non si riuscirebbe. Orazio scrisse che “Anche le parole che ora diciamo/ il tempo nella sua rapina/ ha già portato via/ e nulla torna”.

Eppure oggi siamo qui e per fortuna troviamo sempre la forza, da qualche parte, di affrontare le cose che ci spezzano il cuore.

Scriviamo per dare il triste annuncio dell’addio di Pompadour, avvenuto Sabato.

Alla fine abbiamo dovuto accettare che era giunto il suo momento. Pompadour aveva circa 15 anni ed era stato sottratto insieme con Trombino agli orrori della vivisezione dei cani beagles di Green Hill e dei laboratori.

Nell’ultimo mese abbiamo fatto qualunque cosa fosse necessaria per tentare di farlo vivere come desiderava: abbiamo fatto avanti e indietro dalla clinica veterinaria universitaria di San Piero a Grado – a cui vanno i nostri sentiti ringraziamenti – almeno una volta alla settimana, perché continuava ad avere le particolari crisi di cui avevamo parlato nello scorso post su di lui, o problemi a defecare e fare pipì. Fino a tre giorni fa, quando lo abbiamo fatto ricoverare per l’ennesima volta, perché aveva lo stomaco pieno di aria e di nuovo crisi gravissime. La veterinaria ci ha spiegato che ormai per farlo guarire l’unica soluzione sarebbe stato necessario un intervento chirurgico molto rischioso a cui ovviamente non sarebbe mai stato possibile sottoporlo. Gli abbiamo dovuto così dire addio.

Inutile spiegare quanto sia stato straziante. Negli ultimi otto mesi Pompadour tornava tutte le sere a dormire con noi e ci seguiva ovunque: al rifugio, a casa, nel vialetto dove gli facevamo fare passeggiate, cacca e pipì quando era troppo freddo o piovoso per stare ad Ippoasi. Era circondato di un amore così intenso che era palese lo percepisse e siamo cert* che, oltre alla sua incredibile forza d’animo, sia stato questo il motivo per cui ha resistito così tanto nonostante gli infiniti problemi di salute.

Ogni volta che andavamo a trovarlo in clinica, quando veniva ricoverato, gli occhi gli esplodevano di vitalità e gioia non appena ci vedeva. Tre volte al giorno almeno passavamo per stare un po’ con lui, facendo i salti mortali tra i turni al rifugio, le commissioni e il lavoro d’ufficio. Riprendeva vigore, grazie al nostro amore così testardo e cocciuto.

Non nego che chi scrive stia versando lacrime di dolore e di gioia: vorremmo tanto che tutti gli altri individui provassero la fortuna che ha avuto lui. Ci mancherà così tanto. Era una persona meravigliosa.

Ora è libero dal dolore di un corpo che non poteva più contenere la sua vitalità. Lo abbiamo seppellito all’ombra di un albero vicino al suo amico del cuore Trombino.

Abbiamo già ringraziato le veterinarie della clinica universitaria. Lo facciamo anche con Enrico di Ravenna, che ha sostenuto in questi anni le adozioni a distanza di Trombino e Pompadour, che ci ha sostenuto in questi mesi e scritto meravigliose e-mail piene di coraggio e che ora sosterrà la cavallona Tombola.

E poi grazie a tutt* voi che leggerete, perché sicuramente capirete e vivrete con noi anche questo arrivederci.

Pompadour non si arrende!

Le emergenze sono sempre dietro l’angolo! Questa volta il protagonista è stato il nostro amico vecchietto Pompadour, beagle sottratto agli orrori della vivisezione.

Abbiamo aspettato ad informarvi pubblicamente perché volevamo avere più dettagli riguardo la sua situazione. Giovedì sera, dopo il turno al rifugio, siamo tornate a casa con lui come ogni giorno e subito ci siamo accort​e​ che qualcosa non andasse: aveva occhi vacui, era inappetente e abbattuto. Lo abbiamo immediatamente portato alla clinica veterinaria dell’Università di Pisa, dove è stato ricoverato. È stato deciso di trattenerlo quindi per un paio di giorni, perché la situazione era abbastanza grave. È uscito solo sabato nel pomeriggio.

Abbiamo salvato Pompadour dal coma, era in stato di shock al suo arrivo in clinica. La diagnosi finale è stata di un quadro sospetto di sindrome epilettica e/o sindrome cervicale.
Al momento della dimissione aveva ottimo controllo del dolore, buona attitudine generale e ottimo appetito. Mercoledì tornerà in clinica per ulteriori controlli.

Il nostro piccolino sta davvero meglio ora, ogni volta che ci vedeva riprendeva energia e ha sgambettato tutto contento di essere tornato a casa con noi!

Speriamo possa stare meglio per il maggior tempo possibile. Ha ormai 15 anni ma ha gli occhi vivi di un ragazzino!​

Per tutti quanti gli esami, le cure e per i giorni di ricovero in clinica abbiamo speso 530 €. Molti soldi per noi, ma ne vale sempre la pena.

Pompadour, sei fortissimo e noi saremo con te ogni volta che ne avrai bisogno!

Pompadour si allena al sole!

Pompadour si allena al sole! Il nostro amico è proprio un vecchietto e ha bisogno di fare attività fisica durante il giorno, per mantenersi in forma. Purtroppo i muscoli della sua schiena non funzionano per niente bene, ed è per questo che molto spesso interrompe le passeggiate per sedersi: deve riposarsi un po’!

aPompadour, vista la longeva età e le precarie condizioni fisiche, dovute ovviamente anche al suo atroce passato, è tenuto costantemente sotto controllo dalle volontarie e dai volontari di Ippoasi! Proprio ieri, infatti, è stato dal veterinario per un controllo medico, andato positivamente.

Siamo cert* che la vera cura per lui non siano le medicine o le vitamine che gli stiamo somministrando per sostenerlo ulteriormente, ma l’immenso amore e la pace che solo al rifugio ha potuto trovare. Lui ce lo dimostra ogni giorno con la sua allegria coinvolgente e la tenacia con cui è attaccato alla vita!

Pompadour è adottato da Enrico di Ravenna, e lo ringrazia per il suo costante sostegno!

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