Carissim* compagn* e amic* di Ippoasi,

teniamo molto al testo che leggerete, dal momento che cercheremo di racchiudere in queste poche righe tutte le esperienze, il duro lavoro, i grandi cambiamenti e la passione che mettiamo in questo progetto.

Come forse già sapete questo è stato un anno particolarmente intriso di nuove scelte e rivoluzioni all’interno dell’associazione e del gruppo di lavoro. Il 2018 ha visto addii, necessari e sofferti. Gestire un rifugio significa dedicare tutta la propria vita – ogni secondo della propria giornata – all’attivismo, a volte scordandosi di essere per prima cosa delle persone.

Una delle prime decisioni da noi prese è stata quella di rinnovare l’immagine del progetto, cambiando logo e rifacendo da capo tutto il sito web. Siamo molto felici del risultato e troviamo che rappresenti meglio ciò che sogniamo e in cui riversiamo le nostre energie: un luogo dove non esistano autoritarismi, ma ci si rapporti vicendevolmente in modo orizzontale e paritario, dove non ci siano capi o padroni, ma regnino il rispetto e la cura reciproca. Vogliamo essere animali tra gli altri animali, persone e non personaggi. Solidali e complici tra noi. Ogni giorno decostruiamo noi stess*, per costruire qualcosa di migliore. Dopo questa premessa, vorremmo cominciare a raccontarvi che cosa abbiamo potuto fare anche grazie al vostro prezioso sostegno e alla vostra vicinanza.

Siete certamente al corrente che ad Ippoasi e al Rifugio della Bubi trovino rifugio ormai più di 100 animali non umani. Al momento non possiamo aprirci a nuovi ingressi, per svariati motivi, che sicuramente puoi immaginare. Lo spazio di cui disponiamo è limitato, le nostre forze (fisiche ed economiche) anche. Abbiamo potuto, però, anche quest’anno, accogliere persone in difficoltà, dando loro una casa sicura e appagante per il resto della vita. La più dolce nuova arrivata è stata la maialina Pyxis, trovata tutta sola vagabondare vicino ad una discarica, ora perfettamente a suo agio insieme con Peppa, Gorgo e tutti gli altri maiali e cinghiali (e umani!). Ci sono stati anche i capretti Pelè e Aglio, sottratti dalla macellazione e ora sereni e liberi al Rifugio della Bubi. La gallina Cocco è stata messa in salvo da due attivisti che sono felici di saperla becchettare nel pollaio ippoasiano. Alla fine dell’anno sono arrivati Victor, Ellen e Ovidio, delle buffe paperotte. Anche la signorina Capoverde, una bellissima anatra, è stata affidata alle nostre cure. Ognuna di loro è una persona unica e arrivando qui diventa protagonista della propria vita, senza mai cessare di esserlo.

Il lavoro principale che svolgiamo è proprio accompagnare gli animali rifugiati ad Ippoasi nel loro percorso di vita, fornendo tutto ciò di cui abbiano bisogno, in termini di corretta gestione alimentare e psico fisica e di adeguate cure mediche. Prestiamo attenzione ad ogni dettaglio e cerchiamo di non lasciare nulla al caso: agiamo fondamentalmente sulla prevenzione anche attraverso un’accurata pulizia degli spazi vitali degli animali. Il rifugio cresce ogni giorno e apportiamo continue migliorie strutturali attraverso costanti lavori di manutenzione. Tra questi ci piacerebbe citare, per esempio, la costruzione di nuove casine per gli abitanti del pollaio, di tre mangiatoie per i maiali e dei quattro ripari per la notte.

Attraverso partecipate raccolte fondi siamo riusciti ad acquistare parte del nuovo automezzo dell’associazione (con cui ogni giorno possiamo fare i giri per ritirare gli scarti vegetali da mercati ortofrutticoli, mense e supermercati, destinati principalmente ai maiali e ai cinghiali) e l’aerosol per i cavalli bolsi Tornado e Corallo. Alla fine dell’anno abbiamo potuto anche acquistare una preziosissima motocarriola cingolata, strumento che ha reso possibile il velocizzarsi dei pesanti lavori quotidiani invernali.

Gestire un Rifugio significa anche perdere degli amici. Non c’è anno che passi in cui non diciamo addio a qualcun* che abbiamo amato con tutto il cuore. Gestire un Rifugio significa veder invecchiare, zoppicare, arrancare i propri amici e sostenerli giorno dopo giorno. Significa avere fiducia negli altri animali e accettare la loro incredibile capacità (se lasciata crescere e svilupparsi) di autodeterminarsi. Non è facile, è semplicemente una scelta.

Quest’anno abbiamo detto addio a molti amici non umani. La mucca quasi 25enne Terra ci ha lasciati a fine agosto. Da mesi non riusciva più ad issarsi in piedi da sola per poter deambulare. Per una media di tre volte al giorno (ogni giorno) l’abbiamo alzata da terra con l’argano progettato apposta.

Non dimenticheremo mai anche la dolce pecora Puppino, che è deceduto all’inizio dell’anno, a causa di una complicazione veterinaria per un intervento non eseguito correttamente. Quanto ci sentiamo inermi, quando comprendiamo che di fronte a certi avvenimenti non abbiamo il potere di cambiare proprio un bel niente. Il 2018 è stato anche un anno di incredibile desolazione, come quella che ci ha colpiti quando sono deceduti uno dopo l’altro i conigli che erano arrivati ad Ippoasi, abbandonati al rifugio da qualche sconosciuto durante la notte. Sono stati colpiti da un grave virus emorragico. A tal proposito abbiamo diffuso immediatamente un comunicato per cercare di creare consapevolezza sul tema.

Come già saprete, durante la primavera nel pollaio aumentano le probabilità di problematiche con le galline ex ovaiole, causate dalla scellerata selezione genetica alla quale sono sottoposte: capitano continuamente casi di tumori, prolasso ovarico, ritenzione dell’uovo, bumblefoot. Il nostro livello di attenzione aumenta esponenzialmente durante i periodi caldi dell’anno, che sono anche quelli in cui avvengono i decessi nel pollaio. Quest’anno abbiamo salutato Frida, Jill, la vecchissima Pia.

Ma la persona che vorremmo ricordare con maggior intensità è il beagle Pompadour. Non in quanto cane, ma perché è colui che più di tutti ci ha lasciati sbalorditi nella fase finale della sua vita. Pompadour si è attaccato all’esistenza con tutta la forza del mondo, ha superato momenti davvero critici negli ultimi mesi. Anche quando ci aspettavamo che avrebbe gettato la spugna, si è rialzato in piedi e ha ripreso le forze, sgambettando per tutta la clinica veterinaria dove sempre più spesso lo facevamo ricoverare d’emergenza. Ogni sera tornava a casa con noi, al calduccio e per essere tenuto sotto controllo anche durante la notte. Alla fine ha dovuto cedere alla volontà del proprio corpo. Eppure, quanto amore, quanta pace ha potuto sperimentare un individuo che è stato violato nella mente e nello spirito, sfregiato, mutilato, vivisezionato in nome della scienza e del capitale.

Non voglio rattristarvi, quindi preferiamo tornare a raccontarvi qualche cosa sull’anno appena trascorso. Lo sapete già, la divulgazione, l’attivismo su un piano anche teorico, lo scambio e l’incontro sono per noi una prerogativa fondamentale. Crediamo profondamente nell’opportunità per un luogo come Ippoasi di essere una fucina di contaminazioni e crescita. Siamo convinte che l’oppressione di specie agisca simultaneamente con tutte le altre e per questo portiamo avanti un approccio intersezionale nei confronti della questione animale.

Nel 2018 abbiamo quindi continuato il grande lavoro delle visite guidate al Rifugio, attraverso le quali mettere a contatto le persone con gli ambasciatori non umani che vivono ad Ippoasi e raccontare attraverso le loro storie ciò che si cela dietro al consumo di quei cosiddetti “corpi che non contano”. Sono state da noi migliaia di visitatrici e visitatori, ogni week end e durante gli eventi benefit che organizziamo a partire da febbraio fino a novembre. Durante queste occasioni le partecipanti hanno gustato cibo cucinato da noi volontar* e potuto constatare che mangiare vegan non significa fare rinunce, ma scoprire nuovi gusti e sapori. Grazie alle conferenze proposte, inoltre, abbiamo potuto creare opportunità di crescita e riflessione. La liberazione totale deve passare tramite la cultura e la conoscenza: quale occasione migliore per stimolarle? Quest’anno abbiamo avuto il piacere di ospitare, tra gli altri, il collettivo Cannibali e Re, Egon Botteghi, il veterinario Marco Verdone, l’esperto di lupi Paolo Rossi, l’attivista Marco Reggio, il collettivo Resistenza Animale, Alfredo Meschi, l’illustratore antispecista Roger Olmos.

Sempre in tema di divulgazione, certamente ricorderete che a novembre è stata la volta del Vegan Days di Pontedera, festival totalmente organizzato da noi di Ippoasi e da Lav sezione Pontedera. Siamo assolutamente soddisfatte del lavoro svolto e del successo di questa esperienza, alla quale abbiamo lavorato duramente. Anche noi siamo state invitate in veste di relatrici ad alcuni tra i festival a cui partecipiamo con il nostro banchino, per parlare del progetto Ippoasi e degli animali con cui viviamo: per esempio, al Boetico di Bologna o al Miveg di Milano.

Un’altra importante parte del progetto è quella rappresentata dall’impegno educativo messo in atto con le scuole di ogni grado, a partire dagli asili: decine di classi hanno visitato Ippoasi durante i mesi primaverili fino all’inizio dell’inverno, per un totale di svariate centinaia di bimb*. Ogni anno cerchiamo di arricchire l’offerta formativa e affrontare temi e questioni, stimolando curiosità, empatia e solidarietà. Già da ottobre sono arrivate le prime prenotazioni per il prossimo anno!

A proposito di infanzia, verso la fine del nuovo anno abbiamo dato vita ad una collaborazione a cui teniamo molto: quella con Ciopilopi, il giornalino gratuito di Logos edizioni, in uscita bimestrale, per il quale redigeremo le storie di alcune tra gli animali rifugiati ad Ippoasi. Ci sembra una bella opportunità di divulgare il progetto. Anche la raccolta fondi indetta da “Con occhi animali”, progetto di autoproduzione editoriale a tema antispecista, ha visto protagonisti i rifugiati di Ippoasi: centinaia di copie dell’albo illustrato DANIZA sono state acquistate in tutta Italia.

Anche il nostro impegno sociale è stato rinnovato: abbiamo accolto circa 15 volontari* attraverso i lavori di pubblica utilità e i progetti di reinserimento. Anche quest’anno, inoltre, abbiamo proseguito la collaborazione con la cooperativa Gioco Città di Livorno, accogliendo richiedenti asilo ad aiutarci nei lavori quotidiani. Siamo particolarmente orgogliose di questa esperienza, soprattutto in un momento storico in cui dilagano paura, odio, ignoranza e razzismo e ogni forma di solidarietà rappresenta un atto di resistenza.

Quest’anno per la prima volta abbiamo proposto una piccola rassegna cinematografica autogestita ad Ippoasi, totalmente gratuita e all’aria aperta, e giornate di Swap Party, dedicate allo scambio e al riciclo di abiti e accessori. In collaborazione con Legambiente Pisa abbiamo organizzato giornate di pulizia e raccolta dei rifiuti nella zona dei Tre Pini, pubblicizzandole per sensibilizzare le abitanti della zona a partecipare, ma anche una giornata di visite guidate totalmente benefit a sostegno delle persone colpite dal gravissimo incendio sui Monti Pisani. A partire dai mesi estivi, abbiamo avviato “La Cucina di Ippoasi”, servizio di catering vegano totalmente autogestito, attraverso il quale poter divulgare la scelta vegan attraverso il cibo.

Prosegue anche la collaborazione fraterna con Il Rifugio della Bubi e Franca e Klaus, che hanno accolto nuovi ospiti nella loro casa, a partire dai maialini sottratti al macello Viola, Agata e Jojo, fino ad arrivare ai cani trovatelli Holly e Jack. Periodicamente svolgiamo giornate di lavori di manutenzione al Rifugio, per perfezionare gli ambienti e rendere ancora più serena la vita degli animali che li abitano. Un esempio? Ci siamo cimentati nella costruzione di nuovi distributori di fieno in ferro. Meno male che Giova ha un roseo passato da saldatore!

Ognun* degli animali rifugiati è il motivo per cui ci alziamo ogni mattina, ma tutti gli altri – coloro che subiscono sulla propria pelle le più svariate forme di oppressione – sono quello per cui non ci vogliamo arrendere mai.

Ippoasi

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